Cos’è e come funziona il 5 per mille?
Con l’espressione 5 per 1000 (anche 5×1000) si fa riferimento a una quota dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) che un contribuente può decidere di destinare a un ente del settore non profit. Il calcolo viene effettuato sulle imposte effettive. È opportuno precisare che tale scelta non determina maggiori imposte dovute.
La scelta del 5 per 1000 non è obbligatoria; se la si effettua, la quota in questione sarà trasferita all’ente che si è designato contestualmente alla presentazione della dichiarazione dei redditi, anche se è doveroso precisare che possono destinare il 5×1000 anche coloro che non sono tenuti alla presentazione di tale dichiarazione (chi per esempio ha solo la Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale).
Dal momento che alcune scadenze del 2024 sono prossime, di seguito sarà illustrato brevemente come funziona il 5 per mille e quali sono gli step da seguire se lo si vuole devolvere.
A quali organizzazioni è destinato il 5 per mille?
Il 5 per 1000 delle proprie imposte può essere destinato a diverse organizzazioni. Fra queste si ricordano per esempio gli Enti che sono iscritti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali; gli Enti di ricerca sanitaria; gli Enti che si occupano della tutela, della promozione e della valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; gli Enti che gestiscono le aree protette; le attività sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI che svolgono attività di rilevante interesse sociale; le attività sociali dei Comuni di residenza e gli enti che finanziano o si occupano della ricerca scientifica e sanitaria.
Come destinare il 5 per mille?
Come spiegato sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti possono destinare il 5 per mille dell’Irpef apponendo la loro firma in uno dei 7 appositi riquadri presenti sui vari modelli per la dichiarazione dei redditi, vale a dire il modello Redditi Persone Fisiche (ex Unico), il modello 730 oppure l’apposita scheda allegata alla Certificazione Unica (CU ex CUD). È permessa soltanto una sola scelta di destinazione.
Oltre alla firma, il cliente può indicare il codice fiscale del soggetto a cui vuole destinare la quota del 5 per mille. Qualora il codice fiscale non venga indicato, le varie somme saranno proporzionalmente ripartite a seconda del numero di preferenze ottenute dalle associazioni che appartengono alla medesima categoria.
Che differenza c’è tra 5 per mille, 8 per mille e 2 per mille?
5 per 1000, 8 per 1000 e 2 per 1000 hanno in comune il fatto di essere tutte quote che i contribuenti hanno la facoltà (non l’obbligo) di destinare a specifici soggetti. Tali quote non si escludono fra loro: il contribuente infatti ha la possibilità, se lo desidera, di indicarle tutte, nessuna o solo una parte di esse.
L’8 per mille può essere destinato allo Stato oppure a un’istituzione religiosa (l’elenco è reperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate). Il 2 per mille può invece essere destinato a un partito politico.
Il 5 per mille gode di agevolazioni fiscali?
Il 5 per mille non è una donazione, bensì una specifica destinazione di una quota delle proprie imposte, pertanto non dà diritto a detrazioni o deduzioni.
Le cose cambiano invece nel caso di una donazione; una persona fisica in questo caso può scegliere se detrarre al 30% l’importo donato (fino a un massimo di 30.000 euro) oppure dedurlo senza un limite assoluto, ma entro il 10% del reddito imponibile complessivo dichiarato.
Rendicontazione del 5 per 1000
Tutti i beneficiari del 5 per 1000 sono obbligati per legge a rendicontare l’impiego delle somme percepite; l’obbligo si concretizza nella compilazione di un rendiconto economico e di una relazione illustrativa delle attività finanziate.